La Biblioteca Antica
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Gentile Visitatore.
Benvenuto nell’ala del Convento dei Carmelitani, in cui è custodito il Fondo Antico, una importantissima raccolta di manoscritti, libri e volumi che dal millecinquecento raccolgono e conservano una collezione di testi sacri, teologici e filosofici.
La biblioteca era un centro di studio per i frati e rappresentava un punto di riferimento culturale per tutta la comunità di Carini.
Il fondo antico è strutturato secondo una sequenza temporale: Gli incunaboli risalenti al millequattrocento, le cinquecentine dell’ex convento dei Carmelitani, le cinquecentine della Biblioteca Francesco Scavo, le sei centine e le sette centine.
La sezione del Libro Antico: Gli Incunaboli
Il quindicesimo secolo segna un periodo di grande fermento culturale in Europa, soprattutto in Italia. Il rinato interesse per la letteratura classica, greca e latina, ha favorito la creazione di grandi biblioteche presso le corti dei Signori dell'epoca. Tuttavia, la crescente richiesta di manoscritti risultava insostenibile per i copisti. In risposta a questa esigenza, la stampa a caratteri mobili divenne una soluzione rivoluzionaria. Il suo pioniere fu Johannes Gutenberg, che a Magonza, in Germania, riuscì a stampare la famosa Bibbia a quarantadue linee nel mille quattrocento cinquantacinque.
I libri stampati tra il mille quattrocento cinquantacinque e il millecinquecento, chiamati incunaboli, rappresentano una fase di transizione tra il manoscritto e il libro moderno. Questi volumi, privi di frontespizio, aprono direttamente con il testo in caratteri gotici, talvolta in rosso e nero. Alcune copie contengono iniziali xilografiche, e nelle ultime pagine si trova il colophon, che riportava dati importanti come l’autore, la data e il luogo di pubblicazione. A Carini, la Biblioteca conserva alcuni incunaboli di grande valore storico, testimoni della diffusione della stampa anche nelle periferie italiane. Tra questi, spiccano due esemplari del “Mariale” di Bernardinus de Bustis, stampati a Milano nel mille quattrocento novantatré, che trattano della teologia mariana e la mediazione di Maria.
La sezione delle Cinquecentine dell'Ex Convento dei Carmelitani
Il sedicesimo secolo vede un ulteriore perfezionamento della stampa, con l’introduzione del frontespizio che permette l’identificazione del libro e della tipografia. Le cinquecentine, ossia i libri stampati nel millecinquecento, sono caratterizzate da un’estetica sempre più raffinata, spesso arricchita da eleganti decorazioni tipografiche. Un esempio rilevante è costituito dalle edizioni aldine, realizzate nella tipografia di Aldo Manuzio, il celebre editore veneziano. Le sue pubblicazioni sono note per il delfino e l'ancora, simboli di velocità e solidità, che ornano i frontespizi dei suoi libri.
Nella Biblioteca di Carini, una significativa raccolta di cinquecentine include volumi provenienti da Venezia, Milano e anche dall'estero, come Lione e Basilea. Tra questi, merita menzione un’edizione della *Divina Commedia* del mille cinquecento quattro, illustrata con xilografie e con un frontespizio che rappresenta un gatto con un topo in bocca, simbolo della supremazia della tipografia Sessa di Venezia.
La sezione dedicata alla Biblioteca "Francesco Scavo": Genesi e Formazione
La storia della Biblioteca comunale di Carini inizia nel mille settecento settantacinque, grazie alla donazione di Don Francesco Scavo, che lasciò in eredità i suoi libri per creare una biblioteca pubblica. Il primo nucleo del patrimonio si arricchì con l'acquisizione di volumi provenienti dai conventi soppressi della zona, tra cui i Carmelitani e i Cappuccini. La biblioteca trovò poi una sede stabile nell’ex Chiostro dei Carmelitani, dove oggi ospita anche il Museo Civico e l’Archivio dello Spettacolo.
La biblioteca possiede oltre trentamila volumi, tra cui una ricca collezione di manoscritti e documenti antichi. Tra questi, figurano numerosi volumi teologici, filosofici e scientifici, testimoni del ruolo educativo svolto dagli ordini religiosi sul territorio.
La sezione dedicata alle Seicentine
Il diciassettesimo secolo segna un’ulteriore evoluzione nel mondo editoriale, con una produzione sempre più vasta di libri religiosi e letterari, spesso in lingua volgare. I volumi stampati nel Seicento, le cosiddette seicentine, sono caratterizzati da elaborate incisioni barocche e dall’introduzione dell’antiporta, una pagina figurata che anticipa il frontespizio. La Biblioteca di Carini conserva circa millequattrocento seicentine, tra cui opere stampate a Palermo e Trapani, che testimoniano il fermento culturale della Sicilia in quel periodo.
La sezione dedicata ai Manoscritti e i Fondi Archivistici
Oltre ai libri a stampa, la Biblioteca di Carini conserva numerosi manoscritti e fondi archivistici. Tra questi, spiccano documenti giuridico-amministrativi, registri notarili e scritti religiosi.
Di particolare interesse è un’opera manoscritta in versi siciliani di Paolo Gambino, “La Primavera”, che celebra la bellezza della natura e della vita quotidiana a Carini nel diciottesimo secolo.
Questa ricca collezione di libri antichi, manoscritti e documenti rende la Biblioteca comunale “Francesco Scavo” un importante custode della memoria storica e culturale non solo di Carini, ma di tutta la Sicilia.
Gentile Visitatore. Ti invito adesso a proseguire il tuo percorso di visita recandoti nell’ala del Convento in cui sono esposti numerosi reperti archeologici del Museo Civico di Carini.