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Portale e Finestre Salone delle Feste

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Ti invito adesso a salire la scalinata quattrocentesca e raggiungere il primo piano.

 

Alla tua sinistra è presente una porta che introduce negli appartamenti per ospiti: La Foresteria.

Sull’architrave marmoreo è incisa tra due Gru avviluppate nelle fiamme, la frase "ET NOVA SINT OMNIA" che tradotto dal latino significa: “e tutto sia rinnovato”

Ci sono diverse tesi sul significato di tale scritta; secondo la tesi di Gioacchino Lanza Tommasi, la frase assumerebbe un significato di rinnovamento culturale in campo sociale ed architettonico, incisa prima che avvenisse "l'eccidio della Baronessa"; secondo la tesi di Don Vincenzo Badalamenti, tale scritta è posteriore all'eccidio della Baronessa e che il barone Vincenzo La Grua avrebbe preteso "la cancellazione di ogni presenza che potesse rimanere legata al ricordo della moglie infedele."    

 

Volgendo lo sguardo al portale di accesso al Salone delle Feste, diciamo che si tratta di un'opera di alto livello artigianale, realizzata con molta probabilità nella seconda metà del sedicesimo secolo.

Esso costituisce, insieme alle due finestre adiacenti, un esempio pregevole di tarda elaborazione locale delle forme rinascimentali.

Il portale è sormontato dallo stemma della famiglia La Grua, recante una gru inserito in una ghirlanda di foglie d’acanto.

La qualità artigianale dell'opera è evidente poichè i segni di interventi estemporanei non fanno sentire il calcolo geometrico rigoroso sia nell'insieme che nei particolari, probabilmente l'opera è il frutto dell'intervento contemporaneo di più scalpellini e questo si rileva inquadrando la composizione attorno al suo asse di simmetria.


I capitelli, ad esempio, non sono l'immagine speculare l'uno dell'altro. Si notino le volute in particolare: quelle del capitello sinistro fuoriescono dalle foglie d'acanto con una morbida ondulazione; quelle del capitello destro si manifestano secondo due curve più decisamente tese verso l'alto ed ancora si notino i dentelli posti al di sopra dell'elemento di architrave in cui si inseriscono a basso rilievo i leoni rampanti: a sinistra se ne contano cinque a destra sei.
È chiaro che non ci si formalizza per questo, ma è anche chiaro che in un sistema dove tutto è regolato da precise leggi di simmetria, volute dal rigore geometrico e dalla logica dell'epoca, si pretenderebbe l'applicazione dei principi che costituiscono la regola Prima dell'architettura classica.

La trabeazione ricca di dentelli, sculture, ovuli e foglie, saldandosi agli elementi verticali genera, attraverso un processo di sintesi, un motivo unitario assai suggestivo.


Per quanto riguarda le finestre adiacenti, il discorso è diverso perché rientrano in quel tipo di intervento che prescinde dal concetto della coerenza nei confronti del portale ora descritto e nei confronti l'una dell'altra.

Le linee architettoniche delle finestre, si discostano chiaramente da quella del portale d’ingresso per una più accentuata essenzialità e per la presenza di motivi legati ad uno stile più evoluto.

Per questo motivo, siamo indotti a credere nella presenza di una mano di realizzazione diversa da quella che operò nella realizzazione del portale d’ingresso al Salone delle Feste.

Fra di loro, per quanto vicine e per quanto ricadenti nello stesso ambiente, anch’esse, tendono a differenziarsi per alcuni particolari plastici pur rientrando nello stesso schema compositivo costituito dai consueti elementi classici: (colonnine semicilindriche addossate alla parete, capitelli di tipo corinzio, trabeazione con fregio e scanalature) dove l'elemento di differenziazione è dato dai supporti del davanzale, con mensole poligonali nella finestra adiacente al portale d'ingresso e con modiglioni nell'altra.

Le altre finestrature esistenti nella stessa parete, e che si aprono negli ambienti attigui al salone, mostrano chiari i segni di interventi successivi in epoca settecentesca.

 

Gentile visitatore, si conclude qui il nostro racconto, anche se molto ci sarebbe ancora da narrare.

La Jonathan Livingston odv e il Comune di Carini ti ringraziano per aver visitato questo Castello, ricco di storia e di leggende, una lunga storia che abbraccia mille anni di questa terra.

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