Pinacoteca del Carmine
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Gentile visitatore. Benvenuto nella Pinacoteca del Convento dei Carmelitani.
Il corridoio presenta soffitti a volta, alti e imponenti, che si aprono sopra di te come se abbracciassero l'intero spazio. Il pavimento è in piastrelle di terracotta, il tipico pavimento che si usava nei vecchi edifici, che dona calore e rende l'ambiente accogliente, malgrado la sua semplicità.
Proseguendo con lo sguardo affisso alla parete alla tua sinistra, è posto il quadro raffigurante Santa Dorotea, ancora dopo il quadro che raffigura Sant’Anna con in braccio la vergine Maria, subito dopo la porta che immette nel refettorio del Convento, oggi destinata a sala lettura della biblioteca. Di fronte la porta del refettorio, si apre la porta che immette nella grande Loggia che si affaccia sul chiostro del Convento. Proseguendo con lo sguardo, subito dopo la porta del refettorio, è posizionato il quadro raffigurante Maria Scavo, genitrice di Padre Francesco Scavo, fondatore della Biblioteca di Carini. Subito dopo, una immagine riproduce Antonio Gallo e Scavo, fratello di Padre Scavo, e ancora dopo il quadro con l’immagine di Giovanna Gallo e Scavo, sorella del fondatore della biblioteca.
In fondo alla parete, sopra il pianoforte, il quadro del ritratto di Padre Francesco Scavo, arciprete della Chiesa Madre di Carini che con testamento redatto il 27 luglio 1775 dona tutti i suoi libri che si trovano nella sua libreria, così come riportato nel testamento, a beneficio del pubblico e specialmente degli ecclesiastici. E’ quindi Padre Scavo che con il suo lascito e con il dettagliato testamento fonda la biblioteca pubblica di Carini, raccomandando nelle sue volontà che fosse il principe di Carini a proteggere e sostenere la biblioteca.
Subito accanto sulla parete a destra il quadro con il ritratto di Padre Pasquale Pecoraro, benefattore della biblioteca.
Le stanze e i corridoi del Convento dei Carmelitani, durante i moti del Risorgimento, a metà del XIX secolo, con l'Unità d'Italia e la conseguente soppressione degli ordini religiosi, comportò la dispersione dei frati e la destinazione del convento a usi civili.
Tra le stanze dell’ormai ex convento numerosi cospiratori e rivoluzionari, si incontrano per organizzare l’insurrezione contro il regime borbonico, capitanati da Antonino Curreri, che istituisce un comitato che in collaborazione con il comitato palermitano recluta numerosi aderenti in Carini. Sarà proprio da Carini che muoverà la rivolta alla volta di Palermo il 3 aprile del 1860 dove la folla gridò: viva La Libertà e Viva l’Italia. Da Carini quindi partì la scintilla della rivoluzione Italiana, vedendo muovere verso più di 400 uomini con a capo il Sacerdote Salvatore Calderone e il sacerdote Cesare Messeri. I mesi seguenti vedranno il convento dei Carmelitani come fulcro delle operazioni di organizzazione delle bande armate che sfocerà con l’arrivo di Garibaldi nel 1862.
Gentile visitatore ti invito a proseguire la tua visita e raggiungere l’esposizione dei libri del fondo Antico.